Il 24 maggio 1915, l'Italia dichiarò guerra all'Austria. - Volpi - Bonomi. Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono i confini dei due Regni e le rispettive sovranità. Alla Conferenza per la pace i rappresentanti dell'Italia (Vittorio Emanuele Orlando e il Ministro per gli affari esteri Sidney Sonnino) chiesero l'applicazione integrale del Patto di Londra, e, in aggiunta, l'annessione della città di Fiume. Quest'ultimo rimase illeso ma optò, il 31 dicembre, per la resa, dopo che negli scontri con l'esercito italiano della settimana precedente quasi cinquanta uomini, tra legionari, civili e militari del regio Esercito, avevano perso la vita (Natale di sangue). della propria lingua ed il libero esercizio della propria religione, con provinciali e comunali, e relativi archivi. Trumbic - - Salato - Antonievic - Giolitti - col. Siciliani - gen Badoglio cultura fra i due Paesi. Il presente trattato è redatto in due esemplari, uno in italiano, uno in serbo-croato. fuori del territorio del Regno predetto. a nord della ferrovia, per Mattuglie ed il bivio di quota 377, ad ovest Fece pubblicare, sui giornali francesi, un suo articolo che ribadiva questi concetti[4]. Giovanni Giolitti Carlo Sforza Ivanoe Bonomi dei Serbi, Croati e Sloveni. STORICI E TEMATICI. ll regno d’Italia ebbe Zara e gran parte dell’Istria. fra l'Italia, l'Austria e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, fino al ; La bibliografia e … ministro dell'interno ; Mappa concettuale: Trattato di Rapallo (1920) In Italia la 1° guerra mondiale provoca la crisi della democrazia parlamentare. A latere della Conferenza interalleata di Spa, nel luglio 1920, Sforza ebbe tre colloqui con il Ministro degli esteri del regno dei Serbi, Croati e Sloveni Ante Trumbić. Il territorio di Zara di sovranità italiana comprende: la città Zelse a Cabranska: una linea da determinare sul terreno, con andamento generale del monte Bevk (quota 1050) sino immediatamente ad ovest dell'abitato di del monte Mosick (quota 1602), toccando le quote 2348 del Vogel, 2003 del nel territorio italiano, insieme alla strada rotabile svolgentesi sulle nord-ovest sud-est, che si svolga dapprima sulle falde orientali del monte "Messaggio per l'Italia" di Woodrow Wilson, pubblicato dalla stampa francese il 23 aprile 1919. 875, 985, 963 all'Italia, quindi sulle falde orientali del Bicka Gora (quota Il trattato di Rapallo compie cento anni. Infine, Sforza dette istruzioni all'ambasciatore italiano a Belgrado di far presente al Primo ministro jugoslavo Milenko Vesnić, che l'evacuazione dell'Albania da parte delle truppe italiane, e la non annessione italiana di Fiume, costituivano due atti, da parte dell'Italia, che il governo jugoslavo doveva, giustamente, apprezzare. Il governo italiano optò per un ultimatum e impose ad un d'Annunzio sempre più isolato di abbandonare la città con le truppe entro il 24 dicembre; dopodiché, nel caso avesse resistito, si sarebbe mosso l'esercito italiano. Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità, nel rispetto reciproco dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. Fino a quando però non saranno sistemati in territorio italiano i Hotedrazica : una linea da determinare sul terreno, che lasci gli abitati per la cittadinanza italiana, entro un anno dall'entrata in vigore del presente Nell'interesse dei buoni rapporti intellettuali e morali dei due popoli, il dott. COSTA STOIANOVITCH, INDICE APPENDICE Fatto a Rapallo, il 12 novembre 1920. Trattato di Rapallo. sono riconosciute come facenti parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. I confini dei territori di cui agli articoli precedenti saranno tracciati Lavsevica, 2086 del Kuk ; dalle pendici nord-orientali del monte Mosic alle Il Regno d'Italia riconoscendo nella costituzione dello Stato vicino il Allo scoppio della Prima guerra mondiale, il Ministro degli affari esteri italiano Sidney Sonnino non si era reso conto della caratteristica di “guerra delle nazionalità”, intrinseca al conflitto, che pure era evidente nel casus belli, cioè l'Attentato di Sarajevo; né aveva compreso l'aspetto “planetario” del conflitto. b) da un tratto di territorio già istriano, delimitato come segue Croati e Sloveni, il monte Prapretni (quota 1006) e gli abitati di Bresnik, D'Annunzio sottovalutò gli avvertimenti del governo. conferenza composta di tecnici competenti dei due In caso di divergenza farà fede il testo italiano, come lingua nota a tutti i Plenipotenziari. Nello stesso giorno, il primo ministro italiano lasciò polemicamente Parigi: al suo rientro in Italia, le piazze lo accolsero con grande calore, mentre a Roma, Milano, Torino e Napoli si verificarono disordini presso le ambasciate britanniche, francesi e statunitensi. Bibliografia: “Il Trattato Italo-Jugoslavo”, di Pier Luigi Benatti e Emilio Carta. Wrednik, Zavratec, Nedwedjeberdo all'Italia; quindi fino all'abitato di determinata da una linea che, partendo dal mare a circa 700 metri a sud-est conferenza dovrà, nel più breve termine, sottoporre ai due Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 3 set 2020 alle 08:16. Gli alleati rifiutano il Patto di Londra (che nel 1815 l'Italia firma in segreto con Inghilterra e Francia) e le concedono Trento e Trieste ma non la Dalmazia e Fiume che sono Iugoslave. quanto come sopra attribuita all'Italia, e le isole di Lagosta e Pelagosa (quota 2643) : una linea che segua lo spartiacque fra il bacino dell'Isonzo Convinto che mai Roma avrebbe attaccato Fiume, mantenne la sua posizione e così fecero i suoi uomini, fino alla vigilia di Natale, alle sei di sera, quando il primo colpo di cannone sparato dalla corazzata Andrea Doria sventrò la residenza fiumana del poeta. Murray 22:48, 28 nov 2006 (CET)... Luresedoc--Luresedoc 13:48, 5 mar 2010 (CET) Suggerimenti. una carta al 200.000, sulla quale è riportato l'andamento dei confini Sloveni in Italia. Le elezioni di dicembre decretarono la vittoria dei socialisti e l'esecutivo fu affidato ancora a Nitti. Persino Mussolini, che aveva appoggiato anche finanziariamente l'iniziativa dell'intellettuale, approvò il trattato di Rapallo, definendolo "unica soluzione possibile" per uscire dal periodo di stasi che caratterizzava ormai la politica estera italiana. a) dal Corpus separatum, quale attualmente è delimitato dai confini Fiume venne costituita in uno stato indipendente. pienamente rispettate, obbligandosi il Governo del Regno dei Serbi, Croati Contro le invettive di Gabriele D'Annunzio e dei suoi sostenitori, l'Italia conserva l'Istria, Trieste e Gorizia e guadagna Zara, mentre la Jugoslavia annette il resto della Dalmazia; Fiume viene dichiarata città libera. Il presente trattato è redatto in due esemplari, uno in italiano, Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità, nel rispetto reciproco dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. In caso di divergenza farà fede il testo italiano, come lingua nota Treaty of Rapallo.jpg 256 × 184; 9 KB. accordi stipulati a Rapallo tra il 1920 e il 1922. il seguente confine dal monte Pec (quota 1511), comune alle tre frontiere Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità, nel rispetto reciproco dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. C. SFORZA e Sloveni, e i due passi di Podlaniscam all'Italia; dalle pendici orientali del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni in università o in altri istituti Il problema dell'applicabilità del Patto di Londra alla Dalmazia si manifestò già in piena prima guerra mondiale, il 20 luglio 1917, con la firma, sull'isola di Corfù, della cosiddetta dichiarazione di Corfù da parte del Comitato jugoslavo (formato da politici esuli dell'Impero austro-ungarico e che rappresentavano le etnie slovena, serba e croata)[2], con i rappresentanti del Regno di Serbia, e sponsorizzati politicamente da Gran Bretagna e Francia, sotto il principio dell'autodeterminazione dei popoli. Zelse : una linea che dapprima costeggi ad ovest il fosso adiacente alla Antecedentes. ARTICOLO III. Clana e di Bresa all'Italia, e quello di Studenta al Regno dei Serbi, Croati di Javorjudol, Zirj, Opale, Hlevische, Rovte, Hotedrazica al Regno dei Serbi, di sincera amicizia e cordiali rapporti, per il bene comune dei due popoli Il trattato di Rapallo del 16 aprile 1922 fu un accordo internazionale concluso nell'omonima cittadina italiana tra la Germania e la RSFS Russa.. La conclusione dell'accordo avvenne al margine della Conferenza internazionale economica a Genova e fu sottoscritto dal ministro degli esteri della Repubblica di Weimar, Walther Rathenau, e dal suo omologo sovietico Georgij Vasil'jevič Čičerin. Aveva quindi condizionato l'ingresso dell'Italia in guerra, non solo al raggiungimento dei confini nazionali, ma anche al conseguimento di territori abitati da altre etnie (tra cui l'entroterra della Dalmazia, abitato da Slavi). con gli isolotti adiacenti. (quota 660), quindi ad est di Griza (quota 502), lasciando gli abitati di In fede di che, i Plenipotenziari predetti hanno sottoscritto il presente trattato. Ammonito inizialmente dalla Società delle Nazioni, della quale gli Stati Uniti non facevano parte, Mussolini riprese i colloqui con il governo jugoslavo, sino a ottenere una reciproca suddivisione del territorio dello Stato Libero, con il trattato di Roma, firmato il 27 gennaio 1924. Leskova Polina e i bivii stradali di quota 912 ad ovest di Skodnik e di ARTICOLO V. Sua Maestà il Re dei Serbi, Croati e Sloveni ha nominato suoi Plenipotenziari Tale operazione fu attuata anche in vista di una normalizzazione dei rapporti italo-jugoslavi. In tale veste aveva stretto ottimi rapporti con i rappresentanti politici serbi, che conosceva personalmente. La sua visione della guerra era conforme a quella mazziniana e risorgimentale, secondo cui la dissoluzione dell'Impero austro-ungarico sarebbe stata ineluttabile, dovuta al risveglio delle nazionalità oppresse. Dopo oltre tre anni di battaglie nel Triveneto, la situazione si risolse a favore dell'Intesa con la decisiva Battaglia di Vittorio Veneto, che iniziò il 24 ottobre 1918 e che fu vinta dalle truppe di Diaz contro le forze imperiali; a Padova, il 3 novembre 1918, fu firmato l'armistizio e le truppe italiane occuparono Gorizia (7 novembre), allontanando il reggimento sloveno in ritirata che aveva occupato i punti nevralgici della città, Monfalcone, Trieste (3 novembre), Capodistria (4 novembre), Parenzo (5 novembre), Rovigno (5 novembre), Pola (5 novembre), Fiume - che si era autoproclamata italiana - (4 novembre), e Zara e Sebenico, cercando di spingersi addirittura fino a Lubiana, ma venendo fermate nei pressi di Postumia dai serbi. di Miseri e Trinaistici, che restano al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, Sonnino aveva negoziato il Patto di Londra, ritenendo che la guerra sarebbe stata breve e l'impero asburgico sarebbe sopravvissuto. della città e del distretto di Fiume ; Sforza rifiutò di essere confermato al Ministero degli Esteri, così come gli aveva proposto il nuovo Capo del Governo ed ex collega di trattative a Rapallo, Ivanoe Bonomi, e ritornò nella carriera diplomatica, accettando di divenire Ambasciatore a Parigi. Ne conseguirono le dimissioni del Governo Nitti II, nel giugno 1920[5]. «L'onorevole Federzoni ha detto che se avessimo meglio valutata la situazione internazionale, avremmo chiesto di più. Cemo, Boccagnazzo, e quella parte del comune censuario (frazione) di Diclo Dopo il 1922 e la marcia su Roma, i fiumani si divisero tra autonomisti e fascisti, accrescendo così le tensioni interne. Quest'ultimo, allo scoppio della prima guerra mondiale, era politicamente collocato nelle file dell'interventismo democratico. 12 novembre 1920. Il Trattato di Rapallo rappresentò la conclusione, salvo il nodo irrisolto di Fiume, del processo risorgimentale di unificazione italiana, con il raggiungimento dello spartiacque orientale alpino e l'annessione di Gorizia, Trieste, Pola. (quota 1243), tocchi la quota 817 a sud-est di Suhova, passi a sud di Zidovje sul terreno da Commissioni di delimitazione composte per metà di delegati del Regno d'Italia e per metà di delegati del Regno dei di studi superiori del Regno d'Italia saranno riconosciuti dal Governo dei ARTICOLO VII. Esso rappresentò la conclusione del processo risorgimentale di unificazione italiana sino al confine orientale alpino e l'annessione al Regno d'Italia di Gorizia, Trieste, Pola e Zara. (bivio della carrareccia di Tomatici, 500 metri circa a sud dei trivio ad Formerà oggetto di ulteriori accordi quanto riguarda la validità A cento anni esatti dalla stipula del Trattato di Rapallo del 1920, si può quindi percorrere questo tragitto tra i più classici del Tigullio impreziosito ancora di più da questo importante risvolto storico! quello di Novake Dl. Tali richieste si rivelarono in controtendenza con i princìpi della Conferenza per la pace. Trattato di Rapallo (1920) Vorrei conoscere qualche opinione riguardo questa voce, che ho ampliato recentemente. La stessa maggioranza parlamentare accettò il Trattato come una necessità della situazione e non, in base alle premesse sostenute da Sforza, come presupposto per una politica italiana di pace e di sviluppo oltre Adriatico. R. VESNITCH Nitti ottenne la fiducia il 12 luglio; nuovo ministro degli esteri fu Tommaso Tittoni. Pomario (Javornik) (quota 1268), lasciando gli abitati di Dolenje Vas, Dolenje Nella Capitale la “grana” fiumana era transitata dalla scrivania di Nitti, il dannunziano “Cagoja”, a quella di Giolitti, che presiedeva il suo ultimo ministero. Il trattato di Rapallo (12 novembre 1920) fra il regno d’Italia e il regno dei Serbi, Croati e Sloveni (futura Jugoslavia) Il trattato di Rapallo aveva come obiettivo stabilire tra Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni un regime di sincera amicizia e cordiali rapporti. Il Trattato di Rapallo è un accordo diplomatico sottoscritto il 12 novembre 1920 per porre fine al contenzioso per l'Istria. § Il primo, concluso il 12 novembre 1920, fu firmato da Giolitti e Sforza per l'Italia, e da Vesnić e Trumbić per la Iugoslavia. da determinare sul terreno, con andamento generale nord-est sud-ovest, lasciando La delegazione jugoslava era composta dal Primo ministro Vesnić, dal ministro Trumbić e dal Ministro delle finanze Kosta Stojanović. Fu proprio sulla questione legata alla città portuale che l'Italia aveva trovato la grande ostilità di Wilson, il quale, il 19 aprile, avanzò la proposta di creare uno stato libero di Fiume, spiegando che la città istriana doveva essere un porto utile per tutta l'Europa balcanica e che le rivendicazioni dell'Italia nei territori a est del Mare Adriatico andavano contro i quattordici punti da lui stesso fissati l'8 gennaio 1918 con l'obiettivo di creare una base per le trattative di pace, tanto da essere additate come "imperialiste". il conte Carlo Sforza, ministro degli affari esteri ; Le trattative durarono pochi giorni e il 12 novembre 1920, con la sottoscrizione del trattato di Rapallo, l'Italia e il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni stabilirono consensualmente i propri confini (fissati esattamente allo spartiacque delle Alpi Giulie) e riconobbero Fiume come stato libero e … (la firma sulla definitiva "questione Fiume" e Dalmazia), da Sx: Stojanovic - Sforza - Sforza era accompagnato dal Ministro della guerra Ivanoe Bonomi; solo a trattative ultimate, per la firma dell'accordo, fu raggiunto dal Primo ministro Giolitti. di cui agli articoli 1 e IV. GENERALE  *  TAB. A cent’anni dalla firma del Trattato di Rapallo (12 novembre 1920) che fissò il confine orientale italiano dopo la Prima guerra mondiale sulle Alpi Giulie, la Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati vuole ricordare questa data “come la fase iniziale di un processo che ha portato alla definitiva cancellazione degli italiani dalla Dalmazia”. e quello della Sava di Vurzen fino La rinuncia italiana ai territori dalmati, etnicamente slavi, non compromise il controllo italiano sul Mare Adriatico, garantito dal possesso di Pola e di Zara, delle isole di Cherso, Lussino, Lagosta, Pelagosa e dell'isola di Saseno. Nei due giorni successivi, si tentò ancora, da parte di Belgrado, di avvicinare gli ambasciatori inglese e francese, al fine di premere sui rappresentanti italiani, ma senza alcun esito. Le potenze alleate, infatti, avevano autorizzato l'Italia e il neo-costituito regno dei Serbi, Croati e Sloveni (che nel 1929 avrebbe assunto il nome di Jugoslavia) a definire congiuntamente i propri confini. raggiungimento di uno dei più alti fini della guerra da esso sostenuta ARTICOLO VI. I lavori del trattato di Rapallo del 1920 non furono semplici ma alla fine vinse l’idea di non far prevalere in assoluto il punto di vista di nessuno. Scheda bibliografica: http://www.libriantichionline.com/novecento/convegno_rapallo_12_novembre_1920_italia_jugoslaviahttp://www.libriantichionline.com a … Il 21 giugno 1919, Francesco Saverio Nitti ottenne da Re Vittorio Emanuele III l'incarico di formare un nuovo governo. La questione dei territori che sarebbero spettati agli italiani fu dibattuta a partire dal mese di febbraio, e in quell'occasione Orlando si ritrovò di fronte l'ostilità degli jugoslavi, che miravano a ottenere, oltre alla Dalmazia, anche il Carso, Gorizia, Trieste, Pola e l'Istria, e che l'11 febbraio proposero alla delegazione italiana di affidare al presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson la risoluzione delle controversie sui territori; il netto rifiuto degli italiani provocò disordini a Lubiana, Spalato e Ragusa di Dalmazia, ai quali Orlando rispose rivendicando con fermezza Fiume. Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità, nel rispetto reciproco dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. Il Governo Giolitti V, indebolito dalle elezioni generali del 1921, rassegnò le dimissioni il 27 giugno 1921. No: noi conoscevamo perfettamente la situazione; ma se essa fosse stata anche cento volte più a noi favorevole, avrei creduto di tradire le sorti e i destini d'Italia chiedendo di più.». di Genova, fu firmato il 12 nov. 1920 fra Italia e Iugoslavia; stabiliva sulle Alpi Giulie il confine fra i due Paesi e attribuiva all’Italia Zara, le isole di Cherso e Lussino, Lagosta e Pelagosa; Fiume era riconosciuta Stato indipendente e si regolavano le condizioni degli italiani nella Dalmazia. Jezero e Otok - al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, e le alture di quote regolari raccordi stradali, l'uso delle rotabili suddette e del trivio ad Era il 12 novembre 1920 quando Italia e Jugoslavia, al termine della Prima Guerra Mondiale, ridisegnarono i loro confini.